«La mia libertà protegge la
tua», «Sesso, razza, credo: bello perché vario» oppure «Pro Life - Pro Condom»:
sono questi gli slogan, immersi tra musica e balli nella giornata tutta
colorata del Gay Pride 2013, che hanno sfilato ieri per le strade della capitale.
Diritti negati e diritti da
riconquistare sono stati gli ingredienti della manifestazione capitolina che
ogni anno ricorda come ad una parte della popolazione non sono riconosciuti i
diritti fondamentali dell’uomo, come chi è gay o trans in Italia non è libero
di esprimere la propria personalità e vive quotidianamente in un clima di
tensione e discriminazione.
Tanti le coppie gay ma anche
cittadini etero vicini a questa battaglia di civiltà e libertà, coscienti che
se solo la cultura dominante avesse imposto la supremazia dei gay, sarebbero
stati loro i cosiddetti diversi. A sfilare tra le strade di Roma anche
personaggi come Vladimir Luxuria,
Dario Vergassola, Paolo Masini e due neo consiglieri comunali appena eletti,
Gianluca Peciola di Sel e il radicale Riccardo Maggi.
«Chiediamo il riconoscimento
delle unioni civili con una delibera che nei fatti equipara le nuove forme
familiari a quelle basate sul matrimonio, per quanto riguarda le attività e i
servizi comunali», ha spiegato il radicale Maggi.
Il rispetto delle coppie gay,
come in altri paesi, passa anche attraverso il matrimonio e quindi il loro riconoscimento
sociale e istituzionale. Per questo tra le tante facce del Roma Pride di quest'anno anche due gemellini di sei mesi in
una maxicarrozzina con su scritto “Famiglie arcobaleno”.
Associazioni genitori omosessuali". Ad
accompagnarli una donna con una maglietta rosa in cui era scritto «È l'amore
che crea una famiglia». E ancora cartelli con su scritto «Il sindaco Marino ci sposi!», oppure «Marino? Ha l'influenza
vaticana».
Grande assente il Sindaco
neo eletto Ignazio Marino che tuttavia ha scritto una lettera in cui afferma: “esprimo
sincera vicinanza a tutti voi che avete sfilato per le strade della capitale nel nome dei
diritti e di quella libertà di amare che è propria di ciascun individuo”.
Lisa D’Ignazio
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