Anche chi è ritenuto da sempre lontano dai tentacoli della crisi, è diventato in poco tempo collega di altre categorie sociali già da anni in ginocchio. I giovani medici in formazione specialistica sono sul piede di guerra, chiedono sicurezza e certezze, perché anche loro non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Con un sit-in a piazza Montecitorio, davanti alla Camera, centinaia di loro hanno ricordato che essere medici in formazione specialistica non significa essere medici di serie B.
I giovani medici hanno spiegato che le loro leggere borse di studio sono «insufficienti per avviare un progetto familiare» pagando da sempre le tasse.
Li ha ascoltati la Ministra della
Salute Beatrice Lorenzin che è intervenuta durante la
manifestazione.
Dalla scorsa settimana i medici di medicina generale in formazione aderenti alla Fimmg (il maggiore sindacato di categoria) sono in sciopero bianco, senza astensione dal lavoro. Cento giorni di lotta per far sapere allo Stato che esistono e per rivendicare i diritti degli specializzandi, da poco sollevati da un articolo del decreto fiscale che prevedeva di tassarli con Irpef e Irap. Si ribellano anche i colleghi di Sigm (segretariato italiano giovani medici) e quelli della Società italiana di medicina generale (Simgif).
Pagati con gravi ritardi dalle Asl. Nessuna tutela di malattia, né quella legata all’ingresso posticipato in graduatoria post diploma. Versano l’Irpef, non hanno contratti, pagano l’assicurazione.
«Chiediamo equità di trattamento economico e fiscale, tutela della maternità e della malattia, riqualificazione del corso specifico e una chiara definizione delle attività professionali compatibili», spiega Daria Di Saverio, coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione.
Lisa D'Ignazio
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