Se n'e' andato il 5 maggio del 2000, dopo aver vinto tutto. Infaticabile, anche quando ci fu da pedalare migliaia di chilometri per salvare decine e decine di italiani ebrei dall'orrore nazista, oltre 800. Gino Bartali e' stato un gigante. Personaggio immenso non solo delle due ruote. E alla vigilia del ventennale della sua scomparsa il sindaco di Firenze Dario Nardella e il ct della nazionale di ciclismo, Davide Cassani, lo ricordano in video per la rubrica "Accadde Domani" sul sito Anci. "Gino Bartali non e' solo uno sportivo, e' un pezzo di storia, anzi di anima di Firenze e del nostro Paese", spiega Nardella. "Vinse due Tour de France e tre Giri d'Italia, ma oggi lo vogliamo celebrare soprattutto per umanita' e coraggio. Nel '48, con la vittoria al Tour, contribui' ad allentare la tensione quando, dopo l'attentato a Togliatti, l'Italia fu sull'orlo di una guerra civile. Lo celebriamo anche come Giusto tra le Nazioni, per aver salvato nella seconda guerra mondiale moltissimi ebrei perseguitati dai nazifascisti. La sua frase preferita era 'il bene si fa, ma non si dice'. Firenze lo ricordera' per sempre". E' Cassani, invece, che racconta il Bartali ciclista, appassionato, innamorato del suo sport. "Guidando da solo la sua Golf bianca, seguiva il Giro d'Italia dalla prima all'ultima tappa. Mi impressionava l'accoglienza della gente, era davvero una star. Nell'82, appena passato professionista, in un Giro mi piazzai terzo di tappa. Bartali mi cerco' per spiegarmi perche' non fossi arrivato primo. Mi colpi' che un campione come lui impiegasse il suo tempo per parlare con me, illustre sconosciuto. La sua grandezza era la generosita'. E' giusto ricordarlo per le emozioni che ci ha regalato e gli insegnamenti che ci ha trasmesso".
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