Tra infrastrutture essenziali
carenti, scarsi servizi per la popolazione studentesca ed un trasporto pubblico
inadeguato, parlare dell’Aquila come di
una città universitaria, dopo il terremoto del 6 aprile 2009, diventa ogni
giorno più difficile. Con il ripristino del sistema di tassazione ordinario,
dopo cinque anni di sostanziale sospensione integrale dei tributi universitari,
e l’introduzione del numero programmato locale per quattro importanti corsi di
studi (Biologia, Biotecnologie, Psicologia e Scienze motorie), la vita per gli
studenti dell’ateneo del Capoluogo abruzzese si fa sempre più dura.
I dati dell’anagrafe nazionale
studenti, diffusi oggi dal Ministero dell’Università e della Ricerca,
evidenziano una forte diminuzione del numero degli universitari aquilani, il
cui numero complessivo è sceso di 3095 unità (da 24130 a 21035), con un
decremento del 12,83%. A preoccupare maggiormente è però il dato riguardante le
nuove immatricolazioni, che nell’Anno Accademico 2014/2015 hanno fatto
registrare un calo del 39,68% rispetto all’anno precedente. Dati allarmanti che
hanno innescato un’infuocata polemica tra la Rettrice dell’Ateneo aquilano,
Paola Inverardi e parte della politica locale.
Tra una lettura ed un’altra,
abbiamo provato a chiedere un parere ai veri protagonisti della vita
studentesca cittadina, gli universitari, che ci hanno parlato di situazione molto
complicata, a causa di un servizio universitario carente e di una città non
adeguata alle esigenze degli studenti, soprattutto adesso, che è tornato in
vigore il regolare sistema di tassazione.
Abbiamo provato a contattare più volte, senza successo, la numero uno dell’Università dell’Aquila Paola Inverardi, per ricevere un chiarimento sulle sue dichiarazioni rese note in mattinata, nelle quali parlava di calo fisiologico e prevedibile nel numero degli iscritti, da imputare appunto alla reintroduzione delle tasse e ai corsi a numero programmato locale. Un parere che non trova affatto d’accordo la Senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane, che raggiunta telefonicamente da tiKotv, sui banchi del Senato, ha attaccato senza mezzi termini i vertici dell’Ateneo, definiti “torri d'avorio” che non aiutano la città a crescere.
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