Non interrompere la ricerca delle oltre 61.000 persone attualmente scomparse in Messico e accelerare l'identificazione dei circa 37.000 corpi senza nome ritrovati nel Paese, nonostante la pandemia di Covid-19: e' questo l'appello inviato al governo dalle associazione di familiari dei "desaparecidos" del Paese centramericano. Il messaggio e' stato recapitato al governo del presidente Andre's Manuel Lopez Obrador ieri, giornata scelta otto anni fa dai parenti dei "desaparecidos" messicani per scendere piazza per chiedere verita' e giustizia. Le restrizioni imposte per contenere la diffusione del Covid-19 hanno impedito lo svolgimento delle consuete manifestazioni pubbliche, come la Marcha de la dignidad nacional delle madri delle persone scomparse. Nonostante questo pero' il Movimiento por Nuestros Desaparecidos en Mexico, costituito da oltre 60 collettivi di parenti di persone scomparse e proveniente da tre Paesi centroamericani, e le Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos (Fundem) hanno organizzato una serie di eventi, sia in rete che in strada, con dei caroselli di auto riempite di striscioni. La testata locale La Jornada riporta una nota della Fundem in cui il governo viene accusato di "non avere avviato azioni decisive che marchino una discontinuita'" con le precedenti amministrazioni, nonostante le promesse. All'appello dei parenti dei desaparecidos si sono unite anche le Nazioni Unite: l'ufficio dell'Onu per i diritti umani in Messico ha invitato i cittadini a farsi eco delle proteste, "accompagnando chi ogni deve affrontare ostacoli tutti i giorni" nella ricerca della verita'.
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