Mario Fratti ha presentato all'Aquila, “Diario proibito – L'Aquila anni Quaranta” (Graus Editore 2013). L’autore, abruzzese di nascita, come ha spiegato nell’introduzione, utilizza per costruire la sua storia molti dei suoi ricordi autobiografici, ma, in realtà, già da ragazzo era tutt’altro che seguace di Mussolini. Anzi. Era animato da vividi e sinceri sentimenti antifascisti e i suoi amici erano quei partigiani che poi vennero chiamati i “Nove Martiri Aquilani”, anche se Fratti non trovò mai il coraggio di seguirli in montagna.
Gli episodi narrati sono forti, arrivano in maniera potente. E non a caso, Fratti, nella sua vita da uomo di teatro, ha scritto testi estremamente realistici, ha raccontato, rappresentato la Mafia, e altri mali di questo secolo, come l’anoressia.
Nella sua carriera Fratti si è aggiudicato numerosi premi di grandissimo prestigio
Sandro Coletti
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