Ustica, 27 giugno 1980. L'aereo di linea Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato
dall'Aeroporto di Bologna e
diretto all'Aeroporto di Palermo, si
squarciò in volo all'improvviso e scomparve in mare presso le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Nell'evento persero la vita tutte ed 81 le persone a bordo.
"Sulla strage di Ustica vanno
accertate le responsabilità nazionali ed estere". Così il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a Daria Bonfietti,
presidente dell'Associazione delle vittime del disastro di cui oggi ricorre il
33° anniversario. Il capo dello Stato denuncia anche le "inquietanti ombre
e opacità" che hanno "coperto le indagini" fino ad ora.
Le tesi dibattute sulla strage di
Ustica negli anni si sono suddivise principalmente fra l'ipotesi di un
coinvolgimento internazionale, di un cedimento strutturale o di un attentato terroristico, supponendo l'esistenza di un collegamento
con la strage di
Bologna, avvenuta soltanto 35 giorni dopo, e dal cui aeroporto era
decollato l'aereo dell'Itavia.
Nel 2007 l'ex-presidente della Repubblica Cossiga,
all'epoca della strage presidente
del Consiglio, ha attribuito la responsabilità del disastro a un missile francese «a risonanza e non ad
impatto» destinato ad abbattere l'aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore
libico Gheddafi.
Le
indagini su Ustica non hanno mai prodotto una verità dal punto di vista penale
anche se la Cassazione, in sede civile, in una
sentenza in cui ha riconosciuto un risarcimento alle famiglie delle vittime lo
scorso 28 gennaio, stabiliva la condanna dello Stato e dell'Aviazione italiana
sostenendo che fosse "congruamente motivata la tesi del missile".
Lisa D’Ignazio
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